Rassegna Premio «LiNUTILE del Teatro» 2012

Spettacoli

Biglietti e prenotazioni:

Dove: Teatro de LiNUTILE
Indirizzo: Via Agordat 5, Padova
Inizio spettacoli: ore 21
Biglietto Unico: 11€
Possessori «Studiare a Padova» card: 9€
Prenotazioni:
info@teatrodelinutile.com – tel. 049/2022907

SABATO 10 NOVEMBRE 2012 | Prosa

DANLENUÀR

Compagnia La Pentola Nera

Regia: Giacomo Guarnieri
Con: Giacomo Guarneri e Maria Francesca Spagnolo
Luci: Daniela Lo Re

Il giorno dopo la catastrofe mineraria di Marcinelle, in Belgio, Genoveffa riceve la visita ufficiale di re Baldovino. Vorrebbe condividere con il sovrano la propria vicenda: sette anni di corrispondenza con il marito Antonio, intrappolato per sempre a oltre mille metri sottoterra. Ma Baldovino porge i propri saluti e si congeda. Sola con i propri ricordi, Genoveffa ripercorre le tappe di una vicenda di amore e di migrazione. Rileggendo, sola e in un Paese straniero, le parole che lei e il marito si scrissero per anni, Genoveffa rievoca la voce stessa del marito, che riappare, non visto, solo per condividere con lei quei ricordi, per salutare per sempre la vita trascorsa insieme. La nostra scena sarà uno spazio vuoto. Il pubblico accompagnerà la ragazza nella sua ultima passeggiata nei luoghi della memoria. Lì Antonio e Genoveffa possono ancora parlarsi e ridere. Toccarsi no, guardarsi neppure. Solo evocare è consentito. Anche qui, anche adesso. La loro storia è un film che si riavvolge. Un’affabulazione autoreferenziale. Una consolazione allo specchio.

SABATO 17 NOVEMBRE 2012 | Prosa

A TEMPO INDETERMINATO

Compagnia Vicolo Corto

Uno spettacolo di: Tommaso Benvenuti
Con: Tommaso Benvenuti e Francesco Giarlo
Con le voci di: Rodolfo Bersaglia, Giulia Ragni, Gabriele Bonafoni
Fonica e luci: Mauro Baleani

«Il lavoro dovrebbe essere un mezzo per vivere, non per sopravvivere. E nemmeno un fine dove morire». Quando scrisse questa frase nel ‘700 il filosofo ed economista scozzese Adam Smith non aveva fatto i conti con una realtà che, almeno in Italia, nella maggior parte dei casi asserisce il contrario. Operai sui tetti delle fabbriche. Ecco da dove parte il soggetto di questa commedia nera all’italiana, una scena che, fino a poco tempo fa, entrava spesso nelle nostre case quando si accendeva la tv. Ma se la massa smuove le coscienze verso il problema sociale, cosa possono fare due persone soltanto? Ecco i nostri eroi proletari, due operai che nel cuore della crisi lavorativa, decidono di unirsi alle grandi proteste per i diritti. Ma in due su di un tetto è difficile far sentire la propria voce, anche quando il sentimento è comune. Il viaggio inizia alla scoperta dei due personaggi, dei loro paradossi comici, della loro definizione della parola “lavoro” e porta con se più domande che risposte. Tra citazioni e spunti di cronaca e letteratura tra immagini surreali e flashback, la commedia è ambientata nei tempi bui della società, senza per questo voler giungere a capo di un teatro sociale o di denuncia, anzi dissacrando e analizzando più l’aspetto umano che sociale. E chissà se nell’intreccio comico il pubblico trovi anche spunto per una più attenta riflessione?

SABATO 24 NOVEMBRE 2012 | Prosa

MANUFATTI ARTIGIANI

Giulio Costa & Teatroblue

Ideazione e regia: Giulio Costa
Collaborazione ai testi: Monica Pavani
Consulenza artistica e organizzativa: Federico Toni
Collaborazione nella produzione: Teatro dei Venti

«Manufatti Artigiani» è un progetto teatrale dedicato al lavoro dell’uomo. Impegnati in una lotta contro il tempo e l’inerzia, in un’incessante ricerca di realizzazione, alcuni lavoratori fabbricano, in solitudine e autonomia, prodotti destinati (prevalentemente) a se stessi. Attraverso la verità dell’azione, in un continuo costruire e distruggere cose, si svelano così, con ironia e leggerezza, le contraddizioni interne al lavoro, dovute alla comicità degli errori, alle inevitabili distrazioni, al movimento forsennato dell’uomo rispetto all’immobilità dei materiali che egli stesso produce. La dislocazione di un mestiere all’interno del palcoscenico e l’esasperazione della pratica lavorativa (per rientrare nei tempi della rappresentazione) hanno lo scopo di palesare il triste declino delle attività artigianali, sempre più costrette a competere con il virtuale che avanza e a subire le regole di produzione del presente. Protagonisti sono lo sguardo e l’ascolto del pubblico a cui si chiede di “fare esperienza”, o meglio, di vedere e interpretare un’immagine annacquata da una visione abitudinaria.

SABATO 1 DICEMBRE 2012 | Prosa

LA SIGNORA BABA E IL SUO SERVO RUBA

Neuroni in Movimento

Soggetto e regia: Marco Taddei
Con: Pier Luigi Pasino, Vito Saccinto, Marco Taddei
Canzoni: Paolo Li Volsi

La signora Baba e il suo servo Ruba è stato scritto in riferimento al testo «Il signor Puntila e il suo servo Matti» di Bertolt Brecht. Lo spettacolo è ambientato in una cucina dove lavorano la signora Baba, il Nipote di Baba e Ruba, un indiano senza permesso di soggiorno. Il Nipote e Ruba sono in cucina e stanno fumando una sigaretta durante la breve pausa che si sono concessi dopo una lunga serata di lavoro nel ristorante «Da Baba». Si lamentano del lavoro da schiavi che fanno al ristorante, ma tutti e due sanno di non avere altro: il Nipote perché non ha altre prospettive di lavoro, Ruba perché con otto figli a cui mandare i soldi in India, sa di non avere alcuna speranza di essere messo in regola e quindi di ottenere il permesso di soggiorno. Il Nipote spera di prendere in mano il ristorante alla morte della nonna Baba e questa è la sua unica speranza di riscatto mentre Ruba speranze non ne ha: non ha alcuna parentela con Baba e non ha alcun diritto. Una volta che il Nipote esce di scena per andare a bere, la vecchia Baba si presenta da Ruba che sta chiudendo il ristorante e promette al poveretto di metterlo in regola. Proprio quella sera, la sera del riscatto per Ruba, Baba avrà un attacco di cuore e morirà. La storia continua con un nuovo capo al ristorante, il Nipote, totalmente trasformato dal ruolo di padrone. Il nuovo padrone è addirittura peggiore del vecchio e le speranze per Ruba di avere una vita migliore sono pressoché nulle.

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